Sono trascorsi pochissimi giorni dalla giornata internazionale contro l’omofobia e un altro ragazzo, nelle scorse ore, colpevole solo di amare una persona del suo stesso sesso, è stato pestato a sangue.
Strano dire “essere colpevole d’amare”.
Strano parlare di Amore come reato.
Un omosessuale ama un’altra persona.
La ama con tutto se stesso, di un amore puro, naturale, romantico.
Cosa importa di che sesso è l’altra persona? Non è forse questo l’amore più puro? Quello incondizionato?
Eppure su questo amore aleggia l’ombra scura e bastarda dell’omofobia.
Ma cos’è l’omofobia?
Avversione?
Paura?
E se è paura, paura di cosa?
Mi sono sempre chiesta cosa ci possa essere di così riprovevole nel vedere due uomini o due donne che si scambiano gesti affettuosi.
Riporto un esempio.
Sono in giro, shopping, incontro due gay o due lesbiche che si scambiano effusioni, si baciano.
Il sentimento che mi scatena immediatamente la scena è amore, dolcezza, ammirazione per due persone che si amano.
Cosa scatta nella mente delle persone che arrivano invece ad offendere, a denigrare, addirittura a pestare a sangue e a volte ad uccidere? Da cosa sono così tanto spaventati?
C’è chi sostiene che l’omofobia colpisca le "personalità autoritarie", rigide, insicure, che si sentono minacciate dal "diverso da sé" (in modo più generale e dunque non solo dagli omosessuali); vi sono poi degli studi che rilevano che alti livelli di omofobia si riscontrano in persone in lotta con una forte omosessualità latente o repressa.
Ho un mio pensiero al riguardo.
Credo che l’omofobia sia la paura che quello che all’omofobo sembra tanto strano, quello di cui l’omofobo ha paura, che quello l’omofobo tanto disprezza possa un giorno capitare a lui.
A questo punto chiedo a TE omofobo.
Se ti innamorassi di una persona del tuo stesso sesso dove risiederebbe il problema? Chi stabilisce chi deve essere la persona da amare? Chi dice che se ami una persona del tuo stesso sesso sbagli?
Chi?!
Io certo NO!