IN RISPOSTA ALLE ULTIME ESTERNAZIONI DEL PREMIER (campagna de L'Unità)

In riferimento alla tua affermazione "meglio essere appassionati di donne che essere gay", caro il mio presidente del consiglio rispondo semplicemente:


NOMINE E DESIGNAZIONI REGIONE BASILICATA - PERCHE' GLI UOMINI NON SI RIBELLANO?



perchè gli uomini non si ribellano per il fatto che vi è una commissione (pari opportunità) dove vi sono solo donne e dunque la pari opportunità è palesemente violata?!

ELENCO NOMINE E DESIGNAZIONI

Cod. Descrizione


01Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) – Elezione di 5 componenti, tra cui il presidente

Ercole Trerotola (presidente), Massimo Carcuro, Saverio Ciccimarra, Maico Fortunato, Anna Fulgione

02

Comitato misto paritetico sulla regolamentazione delle servitù militari – Designazione di 7 rappresentanti effettivi e 7 supplenti



EFFETTIVI SUPPLENTIGiovanni Albano Maddalena AbbondanzaNicola Acucella Antonio Lucio Capistrano Giulio Danuzzo Rocco CarusoMichele Ghersi Antonio Leonardo IacobellisPierluigi Di Fazio Paolo MestriceVincenzo Lauciello Mario PiscinelliMaria Ruggiero Fulvio Russo

03ATER Potenza – elezione dell’amministratore unico - (su proposta della Giunta regionale)

Vincenzo Dragonetti

04 ATER Matera – elezione dell’amministratore unico - (su proposta della Giunta regionale)

Innocenzo Loguercio

05 Comitato Provinciale di Indirizzo per l’Edilizia Residenziale Pubblica di Potenza – Designazione di 3 rappresentanti regionali

Gerardo Bellettieri, Armando Corraro, Michele Iummati

06 Comitato Provinciale di Indirizzo per l’Edilizia Residenziale Pubblica di Matera – Designazione di 3 rappresentanti regionali

Nicola Asprello, Nicola Cataldo, Mario Morea


07 Commissione Regionale dei Lucani all’Estero – Elezione del Presidente.

Antonio Di Sanza

08 Commissione Regionale dell’immigrazione in Basilicata – Designazione di 2 componenti

Francesco Schiuma, Domenico Muscillo

09 ARBEA – Comitato di Indirizzo – Nomina di 3 esperti

Giuseppe Ciarfaglia, Antonio Di Stefano, Donato Lomio

10 ARBEA – Nomina Direttore

Andrea Freschi

11 Commissioni provinciali espropri (Nomina esperti: 3 PZ – 3 MT)

PZ MTMario Castronuovo Antonio Acito Antonino Ferramosca Francesco Paolo LasalaPasquale Tufaro Giovanni VenaRita D’Ottavio (design. ordine agronomi) Salvatore Gaudio (design. ordine agronomi)


12 Comitato Scientifico regionale per l’Ambiente – Nomina di 6 esperti

Michele Agostinacchio, Michele Altamura, Mariano Lisi, Filippo Massaro, Giuseppe Mastrodomenico, Giuseppe Ronga

13 Commissione regionale per la tutela del paesaggio – Designazione di 3 esperti.

Cipriano Garofano, Antonio Giancursio Bianchi, Rosangela Garramone

14 ARPAB – Nomina del direttore (su proposta della Giunta regionale)

Raffaele Sebastiano Vita

15 Consigli di aiuto sociale presso i capoluoghi di ciascun circondario dei Tribunali regionali – Designazione di 4 rappresentanti.

Mauro Torciano (Melfi), Marzia Romaniello (Lagonegro), Franco Di Pierro (Matera), Rocco Palese (Potenza)

16 Comitato Consultivo per la programmazione culturale – Elezione di 4 esperti.

Sandra Bianco, Giulio Savino, Cinzia Sorace, Angelo Tataranno


17 Comitato Regionale contro l’inquinamento atmosferico e acustico (Cria) – Designazione di 6 esperti

Luigi Appio, Vito Colucci, Nicola Montesano, Giuseppe Riviello, Antonio Scopa, Michele Vignola

18 Commissione Regionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna – Elezione di 20 donne

Maria Albano, Nunzia Armento, Angela Blasi, Antonietta Botta, Loredana Bruno, Giuseppina D’Alessandro, Chiara Daltorio, Rosetta Di Stasio, Giovanna Galeone, Caterina Giampetruzzi, Rosa Maria Giordano, Teresa Gullà, Giuditta Lamorte, Antonietta Laviola, Giovanna Pepe, Ivana Pipponzi, Annunziata Pizzolla, Anna Maria Russo, Anna Selvaggi, Angela Zifarone


19 Ente Parco Naturale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane – Nomina Presidente

Rocco Lombardi

20 ARDSU – Comitato Paritetico di Amministrazione – Designazione di 3 rappresentanti regionali, di cui uno con funzioni di Presidente .

Arduino Lospinoso Severini (presidente), Giuseppe Manfreda, Severino Notarfrancesco

21 Comitato di gestione del Fondo Speciale per il Volontariato – Designazione di 1 membro in rappresentanza della Regione

Francesco Gentilesca

22 Comitato di gestione del Fondo Speciale per il Volontariato – Nomina di 4 rappresentanti delle Organizzazioni di Volontariato maggiormente presenti nel territorio regionale

Beniamino Contini, Canio D’Andrea, Antonello Manco, Antonio Papaleo

23 Carta dei Servizi Pubblici Sanitari – Commissione Mista Conciliativa presso la ASP Potenza – Designazione rappresentante regionale

Vincenzo Basile

24 Carta dei Servizi Pubblici Sanitari – Commissione Mista Conciliativa presso la ASM Matera – Designazione rappresentante regionale

Carmine Lisanti

INTERVENTO AL CONGRESSO DEL 24 OTTOBRE 2010

Sono appena rientrata dal congresso cittadino che ha visto eleggere il nuovo segretario di circolo Rosa Anna Cifarelli.

Posto il mio intervento fatto in apertura di assemblea anche in qualità di Presidente dell'Assemblea.

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Buona sera a tutti e grazie per la vostra partecipazione al congresso.
Vorrei iniziare dando uno sguardo al passato ed uno al futuro.
Il passato.
Un’esperienza molto bella, impegnativa, ma stimolante.
Un coordinamento che si è visto impegnato in tante attività, feste, molte campagne elettorali, condotte con grande serietà e determinazione e dunque delle quali possiamo ritenerci soddisfatti.
Abbiamo un rappresentante istituzionale ai livelli più alti, il Sen. Bubbico, abbiamo un assessore Provinciale, Angelo Garbellano, abbiamo punti di riferimento importanti al consiglio regionale.
A livello locale ci siamo impegnati in varie “battaglie” l’ultima quella relativa al centro anziani, tant’è vero che grazie alla determinazione degli anziani ed alla nostra collaborazione un centro è stato aperto e questo ha fatto sì che l’amministrazione comunale fosse spinta a una soluzione per gli anziani del centro comunale.
Abbiamo potuto contare su un segretario di circolo che, ora posso dirlo, si è dato anima e corpo per questo partito e da lui ho imparato tante cose e rafforzate altre.
Come dare sempre segnali di apertura, fare discorsi inclusivi e mai esclusivi, ascoltare tutti a costo di stare fino a mezzanotte al partito pur di non prendere nessuna decisione fino a quando non avessero parlato tutti.
Quindi posso dire che la sua guida mi mancherà, ci mancherà tanto, ma, ecco lo sguardo al futuro, potremo contare su un segretario, segretaria questa volta, altrettanto valido.
Rosa Anna Cifarelli.
Io ho già avuto modo di parlarle personalmente e di esprimerle la mia soddisfazione per la sua candidatura e per la condivisione della sua candidatura.
Di Rosanna amo le sue doti organizzative e la sua capacità di mediare, che ritengo essere capacità distintive indispensabili per chi si propone di fare la Politica con la P maiuscola. Oltre alla lealtà, onestà e al grande senso di responsabilità e di appartenenza che la contraddistinguono ed alla solidarietà femminile. E’ donna, è una di quelle donne che si trova a svolgere un ruolo non grazie alle quote rosa, ma grazie alle sue capacità. Credo che questo sia un ulteriore importante risultato per il circolo di Montescaglioso, che ha saputo scegliere andando oltre, guardando la persona.
Il suo punto di partenza è ovviamente il programma che ha già condiviso con noi nei giorni scorsi e che quindi conosciamo bene.
Un programma lineare, deciso, chiaro, pragmatico. Condivido appieno la struttura organizzativa che ha dato al partito nel suo insieme e per partito si intende direttivo, segreteria, assemblea degli iscritti, aree tematiche. L’organizzazione non serve ad una definizione di ruoli fine a se stessa, l’organizzazione è necessaria perché si possano ripartire i compiti e quindi si possa fare in modo che le informazioni, le competenze e quant’altro possano circolare in maniera sistemica, tanto da sviluppare un valore che non è semplicemente dato dalla semplice sommatoria del valore di tutte le persone che del partito fanno parte, ma è un qualcosa di più. Un valore aggiunto appunto.
Ci aspetta un lavoro duro, lungo e che comporterà un forte dispendio di energia.
Ci approntiamo alle elezioni amministrative, probabilmente anche alle politiche. Già il mese prossimo saremo impegnati nel famoso porta a porta (gli ultimi tre weekend di novembre), iniziativa che io ritengo essere indispensabile ed importantissima (che noi del circolo di Montescaglioso facciamo da anni).
Sì perché io ritengo che il partito democratico sia un partito con le carte in regola per vincere. E’ sufficiente volgere lo sguardo all’ultima assemblea nazionale tenutasi a Busto Arsizio. Si è discusso di scuola, di immigrazione, di lavoro, di stato sociale, si sono approntati dei documenti, sono state fatte delle proposte concrete. Quello che serve ora è imparare a comunicare le nostre potenzialità e capacità. Bisogna fare in modo che la gente le percepisca e le riconosca. Bisogna far capire che noi siamo l’alternativa ed un’alternativa valida.
Abbiamo intrapreso il dialogo con i potenziali alleati. Io condivido molto la linea del Segretario Bersani. La nostra non è una democrazia personale, quindi prima di parlare delle persone da candidare è necessario parlare di programmi, di progetti e sulla base di esse creare le alleanze che non devono essere delle alleanze di scopo, ma delle alleanze che ci permettano di vincere sì, ma soprattutto di governare “tranquillamente”.
Vi è poi il nodo della legge elettorale, è indubbio che vada modificata ed un governo tecnico di transizione ritengo possa essere il modo migliore per farlo, anche parlando con i finiani, udc, si tratterebbe in questo caso di un’alleanza di scopo.
Però in ogni caso il nostro segretario è stato chiaro dicendo che se dovessimo andare al voto con questa legge il partito democratico comunque provvederà ad eleggere, tramite primarie, per circoscrizioni, una percentuale di candidati alla camera ed al senato. Perché questo è quello che la popolazione chiede e noi alla gente dobbiamo dar conto non agli interessi personali di qualcuno. Alla gente che chiede che il problema di arrivare a fine mese, il problema di non riuscire a trovare un lavoro o ad avere un lavoro duraturo siano risolti, ma non singolarmente. La gente chiede una soluzione che sia valida per tutti. La gente ci chiede di assurgere alla funzione propria della politica, che è quella di creare le condizioni di sviluppo da cui trarre un vantaggio generalizzato e non personalistico.
Insomma le cose da fare ne sono tante, anzi tantissime ma sono certa che saremo in grado di preparare giorni migliori per l’Italia e giorni migliori per monte scaglioso…dobbiamo solo, riprendendo un nostro motto, rimboccarci le maniche e continuare il lavoro che stiamo facendo e farlo sempre meglio.
Buon lavoro a tutti.
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Piccola Riflessione....



A fine 2004 l'Italia decise di cancellare il 90% del debito di Antigua e Barbuda.
Si tratta di un paradiso fiscale i cui abitanti vantano un reddito pro capite di molto superiore rispetto a tanti paesi africani ed asiatici ai quali il nostro paese non è riuscito ad onorare gli impegni internazionali e di cooperazione.
Ad Antigua sono stati cancellati ben 160 milione di euro di debito, lasciandone solo 14. Contemporaneamente dei 100 milioni di euro destinati alla lotta all'Aids ed alla malaria ne sono stati sottratti 20.

Mi chiedo: cos'altro bisogna dire per far comprendere l'uso personalistico e schifoso che l'attuale (ormai da troppo tempo) primo ministro italiano fa del governo, della nazione, dello stato? Possibile che si continui a dare fiducia ad un tale personaggio?

Non mi soffermo sul lodo alfano o alfini (dir si voglia, anche se pare si stiano ravvedendo i cari futuristi...) finirei per innervosirmi troppo.

E' domenica, andiamo a pranzare.

Caro Uòlter te lo dico io come dovrebbe essere un Partito





Uòlter, mio caro Uòlter,
quanto non mi è piaciuto leggere la tua lettera “aperta”.
Per niente.
Come era intitolata?
Mi pare “Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei”.
Il Paese, questa Italia, è il NOSTRO Paese.
Quello che TU faresti? Il tuo pensiero dovresti dirlo ai coordinamenti, perché i coordinamenti rappresentano i momenti deputati alle discussioni, perché poi la gente vuole sapere quello che il PD vuole fare. C’è un Partito di cui tu, caro Uòlter, fai parte ed è la voce UNICA del partito che la gente vuole sentire, non le chiacchiere derivanti da mal di pancia vari.

Poi.

Ad un certo punto della tua “appassionata” lettera parli di 14 milioni di persone che avrebbero votato te.
Uòlter forse non ti è chiaro che quei 14 milioni di persone hanno messo la croce sul tuo nome perché tu, in quel momento, eri lì a rappresentare un progetto politico importante. La gente non ha votato te, la gente ha votato il progetto politico. La gente ha votato il PD.

Per quanto riguarda le alleanze e la tua santa ossessione per la “vocazione maggioritaria”, mi pare che il nostro Segretario Bersani sia stato chiaro.
Prima di parlare di alleanze, di bipolarismo, di primarie e di altro è necessario parlare di un progetto politico.
C’è bisogno di stilare il progetto politico del PD e i temi che il PD ritiene essere fondamentali e per i quali non si è disposti, in alcun modo, a transigere.
Stilato il progetto si passa a parlare della “potenziale” coalizione al fine di comprendere se c’è su questi temi importanti convergenza e se ognuno è disposto ad assumersi la responsabilità di “sottoscriverli” in pieno.
Solo dopo questo passaggio si può iniziare a parlare di coalizione ed eventualmente di primarie di coalizione.

Ecco le primarie.

Tu, caro Uòlter, hai parlato di un papa straniero e parlando di papa straniero hai fatto il nome di Prodi.
Un po’ azzardato, non trovi?
Io credo che il PD sia nato grazie all’esperienza positiva posta in campo con Prodi, dunque io lo definirei Pioniere del PD.
Perché se Prodi dovesse essere considerato un papa straniero, allora tutti noi dovremmo essere visti come extraterrestri.


Il PD è nato per essere un progetto politico ambizioso. Un progetto politico che fosse riformista. Un progetto politico che ponesse al centro della discussione la gente, i bisogni della gente e non le “poltrone”.

Invece.

A fronte di una crisi economica madornale e mondiale, Pil bassissimo, lavoro precario, quando c’è, debito pubblico in aumento a fronte di un’entrata fiscale calante e qualità di servizi essenziali offerti scadente o addirittura inesistente, ci ritroviamo un governo che è fermo, un governo che non riesce a trovare un buon ministro per lo sviluppo economico, un ministero fondamentale specie per questo periodo (ma tanto sappiamo anche perché il premier se lo tiene stretto stretto quel ministero); un Parlamento che non legifera e si perde tempo con il gruppo di responsabilità, un gruppo di parlamentari da acquistare a buon prezzo ed in numero tale da permettere di ottenere la fiducia e andare avanti sebbene con un governicchio claudicante, e fintanto si faranno le riforme che servono, ma non all’Italia.
Un’opposizione dove uno grida: “andiamo alle primarie, le primarie sono uno strumento di democrazia”; un altro che dice: “il PD ha perso la bussola, vogliamo un partito a vocazione maggioritaria” e poi c’è un altro che parla di sistema elettorale all’inglese, anzi no tedesco.

E poi c’è la gente; quella gente che non sa se il giorno avrà ancora il suo lavoro, quei ragazzi che non sanno se quando finiranno gli studi, nonostante tutti i pesanti sacrifici dei loro genitori (che sono sempre gli stessi che non sanno se il giorno dopo potranno contare su un lavoro o meno), non sanno se avranno lavoro, se lo troveranno nel proprio Paese o saranno costretti ad abbandonarlo; quei giovani che vedendo solo buio e non riuscendo ad intravedere una luce oltre il tunnel, si uccidono, decidono che è meglio la morte anziché un futuro incerto, insicuro.

Allora mi chiedo a tutta questa gente che assiste al teatrino che ogni giorno i politici ci propinano, cosa dobbiamo rispondere. Avranno o no il diritto ad una risposta?!
In fondo ci hanno votato, in fondo 14 milioni di loro hanno sostenuto “Veltroni” e noi come rispondiamo loro? Con una lettera al direttore del corriere della sera?!

Ecco perché io credo che l’approccio giusto sia proprio quello del Segretario. A partire dall’iniziativa del porta a porta, passando per l’idea del nuovo Ulivo, fino ad arrivare all’ottimo intervento fatto in occasione della fine della festa nazionale a Torino.

Bersani ha detto concretamente che il PD vuole essere un partito che risponda ai bisogni della gente, un partito che si parli di occupazione; un partito che sia vicino ai precari; un partito che ponga importanza alla scuola, alla cultura, perché solo il sapere, solo una popolazione edotta può non ripiegarsi su se stessa e trovare la forza di reagire; un partito che sia vicino agli immigrati, che non ritenga “normale” che gli immigrati debbano essere “scacciati”; un partito che riconosca come italiani i bambini nati in Italia; un partito che comprenda la necessità di porre in essere una politica industriale e economica nel suo complesso che faccia riprendere gli investimenti, che crei quindi nuovi posti di lavoro e dunque una nuova fase di sviluppo.

Allora quando Bersani dice rimbocchiamoci le maniche intende questo.
Intende dire iniziamo a lavorare per la gente. Ognuno, ai vari livelli, partendo dai circoli territoriali, cui va data importanza, passando per i livelli provinciali e regionali, fino ad arrivare a quello nazionale, tutti si impegnino affinché si possa mettere in atto questo progetto ambizioso, affinché il PD abbia una sola voce, la voce che tutti devono sentire forte, la voce che deve saper rassicurare la gente, quella gente cui chiediamo fiducia, una fiducia che spesso viene disattesa.
La gente non merita questo, la gente merita altro.

Allora cerchiamo di capire che possiamo preparare giorni migliori per l’Italia, ma possiamo farlo solo se lo facciamo ASSIEME, tante braccia, tanti menti ed un’unica VOCE.

UòlterEgo .....................



Vignetta gentilmente realizzata dal bravissimo Giulio Laurenzi prendendo un piccolo spunto da me.

A breve una mia nota a tal proposito. Intanto godetevi la vignetta.

Angelo Vassallo da oggi in poi rivivrà in ognuno di noi


Perché i funerali di oggi dello stimato sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, possano essere una grande festa della legalità.
Tutti devono sentire forte ed assordante il suo grido alla libertà e alla giustizia.

Non nascondiamo la testa sotto la sabbia.




Premetto.

Sono contro qualsiasi forma di violenza.
Sono contro qualsiasi deturpazione del diritto alla parola e libertà di pensiero (anche se in fondo al mio cuore sento che non avrei tanta voglia di far parlare mafiosi o delinquenti).
Premetto che con questa nota non voglio giustificare gli atti di violenza che si stanno, ahimé, perpetrando durante la festa nazionale del Partito Democratico.

Letta accusa le forze dell’ordine per non aver fatto bene il proprio lavoro, Bersani parla di attacco squadrista, riferendosi a ciò che è accaduto a Bonanni, Veltroni fa lo stesso, Epifani dice che è inaccettabile tutto ciò, Fini parla di “atto di aggressione di un gruppo di facinorosi”.

Insomma ognuno pronto a dare la colpa a questo o a quell’altro, ma allo stesso modo pronti a nascondere la testa sotto la sabbia.

Nessuno che si chieda il perché di tutto questo.

Io però me lo sono chiesto e la risposta mi è balzata alla mente in men che non si dica.
Io credo che oramai la gente sia stanca; la gente ha il sentore che non ha più nulla da perdere; la gente si è davvero rotta le scatole di sentire dirigenti di partito che si accapigliano fra di loro per le primarie, per l’attribuzione di assessorati, per la suddivisione delle poltrone; la gente si è stancata di vedere il teatro dei burattini cui il governo la costringe ogni giorno.

La gente, questa gente che pare nessuno riconosca più, di cui nessuno più conosce i bisogni, le esigenze, i problemi, vuole delle risposte e se il governo non gliene dà. quelle risposte le vuole da noi e noi abbiamo il dovere morale di fornirgliele.

Siamo di fronte a partiti lontani dal popolo, lontani dalla gente che deve rappresentare.

Possibile che non ci si renda conto che stiamo vivendo una situazione sociale, economica e finanziaria davvero drammatica; una situazione che fa cadere la gente nella più cupa disperazione.

Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, non serve e non porta a nulla, ma solo tanta rabbia e si sa che, purtroppo, la rabbia può degenerare in violenza.

LA CAMORRA E' LA NOSTRA UNICA IMPOTENZA




Qualche tempo fa, non tanto tempo fa, circa quindici giorni fa, ero triste, un po’ giù di morale. Vedevo tutto abbastanza nero allora un amico mi inviò un link, il link di una canzone di Modugno. “Meraviglioso”, una canzone che invita a guardare il mondo, invita a gioire di ciò che abbiamo, di ciò che ogni giorno conquistiamo.
E’ vero il mondo è così, meraviglioso, lo è davvero, anche se a volte accadono episodi che ti lasciano cadere nel più grande sconforto.
Ultimo dei tanti l’assassinio del sindaco Angelo Vassallo.
Si discute tanto, la gente comune si chiede cosa possa essere accaduto.
Sarà la camorra? Sarà altro?
Io ho sempre pensato che è camorra tutto ciò che ha a che fare con la malavita; tutto ciò che uccide freddamente, tutto ciò che porta droga ai nostri ragazzi, tutto ciò che impone uno scambio tra la vita e le loro regole.
Ho sempre pensato che la camorra fosse questo.

Certo la camorra, dicono alcuni, è intelligente, non avrebbe ammazzato un sindaco, non avrebbe fatto tanto scalpore, dato che, la camorra, a quanto pare, aveva un progetto in quella zona e dunque accendendo i riflettori su essa c’era il rischio che tutto il progetto venisse meno.

Io invece sono di un’altra opinione.

Credo e sono convinta che la camorra c’entri, eccome se c’entra.

Credo e sono convinta che la camorra abbia capito che contro quell’uomo la cui anima era così intrisa di amore per la propria terra, per il proprio mare, per i propri compaesani, per il proprio paese, nulla avrebbe potuto fare.
La camorra aveva capito bene che non avrebbe potuto vincere alcuna battaglia contro quell’uomo che aveva, fino ad allora, improntato la propria vita sulla legalità.

Allora cosa hanno fatto? Hanno creduto di “abbattere” un ostacolo.

Lo hanno ucciso.

Hanno creduto che così facendo si potesse aprire un varco verso una zona fino ad allora invalicabile.

NON HANNO CAPITO NULLA.

Quell’uomo è e rimarrà il sindaco di Pollica, quell’uomo ha donato a quel paese un sogno, quell’uomo ha insegnato a sognare; quell’uomo ha urlato in faccia alla camorra che contro un ideale ed una sete di legalità e giustizia nulla è possibile.

Allora i cittadini di Pollica, di Acciarioli, di Salerno, i campani, gli italiani, ora più che mai, devono prendere coscienza che solo insieme, solo costruendo un muro invalicabile, un muro fatto di solidarietà, di coraggio, di legalità, di lealtà, di sete di giustizia, la camorra, la malavita, la criminalità possono essere sconfitte.
Le persone muoiono, ma non i loro ideali. Quelli rimangono e, paradossalmente, dopo la morte di coloro che li decantavano si sentono ancora più forti.
Ideali assordanti che niente e nessuno può ZITTIRE.

Quando anche l'italiano o il latino sono un'opinione....




La parola "interim" tradotta letteralmente significa "frattanto".
Si tratta di un avverbio latino (da solo o accompagnato dalla proposizione "ad") che, in genere, si usa per indicare la funzione o la carica che una "persona qualunque" assume temporaneamente fino a che si nomini un successore o eventualmente il precedente ritorni.
Ho detto in genere ed ho parlato di persona qualunque.

Sì perché nel caso del nostro caro e stimatissimo presidente del consiglio la cosa è un po' diversa.

Un po' come la legge.
La legge è uguale per tutti tranne che per uno.

Vale anche per il latino o la lingua italiana.
Per tutti non vi sono dubbi circa i significati dei termini, per il nostro carissimo, amatissimo e stimatissimo Primo Ministro invece non è così.
Anche la lingua italiana diventa relativa e diventa ad personam.

Però mi viene un dubbio. Forse il nostro caro presidente, dato l'avanzare dell'età e l'avvicinarsi della senilità, ha fatto confusione.

Avrà pensato che "ad interim" significasse sì frattanto, ma frattanto che i fatti suoi si mettano apposto; in fondo lui non è abituato a pensare all'interesse generale. Bisogna pure comprenderlo. Con tutte le cose sue a cui deve pensare non vorremmo mica pretendere che pensasse pure a quei quattro poveri italiani che arrancano per arrivare a fine mese. Su, dai!

Visto? Ancora una volta ha dimostrato la sua buona fede.

Sì sì, deve essere così.

Ha semplicemente fatto confusione.

Ma la legge non ammette ignoranza, potreste obiettare voi.

Certo, la legge. Ma come dicevo più sopra, la legge è uguale per tutti tranne che per uno.

INTERVENTO TERZA FESTA DEMOCRATICA MONTESCAGLIOSO

INTERVENTO TERZA FESTA DEMOCRATICA MONTESCAGLIOSO

Argomento: Conferenza Regionale Donne Democratiche
Ospite: Rossella Brenna, Referente Regione Basilicata

Ecco il mio intervento introduttivo.

Cari amici e care amiche buona sera.

A me l’onore stasera di aprire la sezione dibattiti della 3ª festa Democratica qui a Montescaglioso, festa che inizia oggi e si protrarrà fino a sabato.

Vi saranno dibattiti, serate musicali e conviviali cui vi invito a partecipare numerosi.
Vi ricordo inoltre che la nostra Tesoriera è a vostra disposizione per il tesseramento PD. Quindi se c’è qualcuno che non si è tesserato e che volesse farlo può accomodarsi allo stand tesseramento.

Sono davvero lieta questa sera di dare inizio alla festa ed in particolar modo di farlo in compagnia della cara amica Rossella Brenna.
Rossella è oggi qui con noi come Responsabile Regionale della Conferenza Programmatica Donne PD e come componente della Segreteria Regionale. Sarebbe dovuto essere con noi il segretario Regionale Roberto Speranza ma, ma problemi di agenda gliel’hanno impedito.

Innanzitutto ringrazio le amiche che sono qui con noi stasera e che spero vorranno seguirmi in questa avventura, chiamiamola così, della CONFERENZA DELLE DONNE!

Quando mi è stato proposto di entrarvi a far parte mi è venuto un dubbio, ho pensato potesse essere ancora una volta un modo per ghettizzare le donne, per metterle in un cantuccio e quindi per lasciar fare agli uomini in modo indisturbato.
Poi dopo vari incontri a Potenza con Rossella e con le altre donne della conferenza, tra le quali Antonella Melillo che è qui e che saluto, ho realizzato che questa conferenza sarà un bene per noi.

Perché non che noi donne non abbiamo mai parlato, non che non abbiamo o non avessimo cose da dire. Il problema non è nostro, il problema è che spesso gli altri non ci ascoltano. La conferenza, pertanto, è uno strumento forte per far sentire la nostra voce in modo sempre più incisivo ed autorevole.

La nostra sarà la voce di persone, e dico persone!, che elaborano politica, promuovono la cultura, promuovono lo scambio generazionale e culturale, promuovono la formazione politica, elaborano proposte politiche, che si occupano di temi sociali e che tutto questo lo fanno con passione e serietà.

Ho già in mente a circa tre iniziative da proporvi per settembre e alle quali spero voi possiate partecipare, questa volta non più come pubblico, ma bensì come parte attiva del tutto. Vi contatterò una ad una e vi informerò al riguardo.

Dal punto di vista legislativo le donne sono tutelate certo. Durante gli anni, grazie alla lotta ed alla perseveranza di tante donne siamo state tutelate dalla legge e abbiamo raggiunto risultati mai sperati.

La Costituzione per esempio all’art. 3 ci insegna che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, ecc. ecc. e poi l’articolo 37 sancisce parità di diritti per la donna lavoratrice.

Poi vi sono le quote rosa.

Chi mi conosce sa come la penso riguardo alle quote rosa. E Rossella lo sa benissimo. Io credo che finché ci sarà la necessità che vi siano le quote rosa non potremo parlare di pari opportunità. Non mi sta bene che le donne siano imposte dalle quote rosa, no, non ci va. Non voglio essere un numero. Non vogliamo essere semplicemente l’alternanza all’uomo.

Non voglio niente di tutto questo.

Né accetto il discorso delle donne che votano donne a prescindere. La prima volta che ho avuto l’onore di votare qui a Montescaglioso, ricordo, votai un candidato sindaco uomo e diedi la preferenza ad una candidata consigliere donna. Non perché fosse donna, bensì perché credevo avesse le carte in regola per assolvere alla funzione per cui era candidata. Perché la nostra non deve essere una coalizione delle donne contro qualcuno o qualcosa.
A me interessa che determinati ruoli o determinati posti, sia in politica, sia in ambito lavorativo, siano occupati da PERSONE capaci e meritevoli. Ma per fare ciò è necessario che siano rimossi tutti quegli ostacoli, di qualunque tipo essi siano, ma soprattutto quelli di natura culturale, che non permettono alle donne CAPACI E MERITEVOLI di essere considerate, al momento delle valutazioni, alla stessa stregua degli uomini.

Allora c’è bisogno di una rivoluzione culturale.

Guardate, io credo che viviamo in una società ancora troppo maschilista.

Ma il problema grosso è che spesso molto forte è il c.d. maschilismo femminile, maschilismo cioè assecondato da noi donne. A volte usiamo l’alibi dell’essere donna per scrollarci di dosso un ruolo che ci spetta e che abbiamo il dovere di attendere.

Tante volte mi sono sentita chiedere da donne amiche se mi sentissi in colpa a lasciare mio figlio per occuparmi di politica. No, non mi sento in colpa. Innanzitutto se mi occupo di politica lo faccio anche perché ho l’ambizione di voler e poter rendere il nostro Paese più vivibile e quindi lo faccio anche per lui; poi da quando mi occupo di politica non è aumentato il tempo che trascorro con lui, ma, di sicuro, ne è migliorata la qualità.
Siamo noi che dobbiamo insegnare ai i nostri figli a guardare il mondo con occhi diversi e non appannati da pregiudizi inutili e dannosi.

E dal nostro canto, noi, non dobbiamo vergognarci di essere ambiziose. Ciò che proprio non dobbiamo fare è rinunciare alle ambizioni; perché le ambizioni sono importanti, ci aiutano a capire e a guardare oltre il palmo del proprio naso.
Dobbiamo essere ambiziose e non arriviste. Dobbiamo, non imporci, non svenderci, ma farci valere per il nostro modo di pensare e per le nostre capacità!

Comunque avremo modo di discuterne meglio di tutto ciò, quella mia era solo una semplice introduzione per esporre il mio pensiero.
Se avete voglia di intervenire potete farlo. Vi ricordo solo che gli intervenni dovranno durare al massimo tre minuti dato che dopo vi sarà un altro dibattito e quindi abbiamo bisogno di rispettare i tempi…Grazie ancora, a te Rossella la parola.

3^ FESTA DEMOCRATICA MONTESCAGLIOSO





Anche quest'anno il Partito Democratico Circolo di Montescaglioso organizza la Festa Democratica che si terrà dal 5 agosto al 7 agosto.
Tutta la festa sarà improntata su momenti di approfondimenti tematici, momenti musicali e conviviali. Un modo per stare insieme, un modo per dar voce a chi avesse voglia di esprimersi.
Di seguito il programma completo. Siete invitati.

Giovedì 5
17.00: Arte&Gioco - Laboratorio di pittura per bambini
19.30: Cerimonia assegnazione premio “Una Vita Per Lo Sport”
20.00: Presentazione Conferenza Regionale Donne Democratiche. Interviene la referente Regionale e componente della Segreteria Regionale Rossella Brenna. Introduce Vincenza Abbatiello componente del Coordinamen to PD Montescaglioso.
21.00: Incontro/Dibattito “Dal Comune alla Regione: l’impegno del Partito Democratico”. Intervengono Angelo Garbellano, Assessore alla Provincia di Matera, Rocco Santarcangelo, Capogruppo PD Comune Montescaglioso e Vincenzo Viti, Capogruppo PD Regione Basilicata. Coordina Carmela Gallipoli componente del Coordinamento PD Montescaglioso
22.30: Evento Dolce&Salato in Casa PD – degustazione di dolci e rustici.

Venerdì 6
17.00: Arte&Gioco - Laboratorio di pittura per bambini
20.30: Incontro/Dibattito “Il Federalismo Fiscale: opportunità e criticità”. Intervengono il Sen. Filippo Bubbico ed il Sen. Cosimo Latro nico. Coordina Antonio Lorusso, componente del coordinamento PD Montescaglioso.
22.30: Evento musicale: Jazz sotto le stelle con Gianfranco Menzella Quintet
Andrea Gargiulo al piano/Camillo Salerno al basso/Giovanni Scasciamacchia alla batteria/Rossella Racanelli, voce/Gianfranco Menzella al sax

Sabato 7
17.00: Arte&Gioco - Laboratorio di pittura per bambini
20.30: “La voce dei Giovani Democratici”, interviene Felice Tauro, Segretario GD Provincia di Matera.
21.00: Incontro/Dibattito “Il centrosinistra intervista il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo”.
22.00: Conclusione della festa con Sangria party e DJ Music
22.00: Estrazione Riffa Democratica

Nello spazio della festa anche lo stand TESSERAMENTO 2010. Chi vorrà, in quella occasione, potrà aderire al Partito Democratico.

Sono donna e non mi sento obbligata a votare una donna



Mi sento sempre più umiliata dalla necessità di specificare, pretendere, legiferare circa la partecipazione della donna nella vita politica, nel mondo del lavoro, eccetera eccetera.
In fondo l’articolo 3 della Costituzione italiana parla chiaro: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano l’eguaglianza
Perché allora questa necessità di dover ribadire?
Perché c’è sempre bisogno di dover imporre la donna?
Le quote rosa.
Le odio.
Le odio perché ancora una volta si sente il bisogno e si avverte la necessità di includere “forzatamente” le donne.
Però ancora oggi servono. 
Servono per accedere almeno "alla candidatura".
Il problema è alla radice.
E’ un problema culturale.
Un problema che non può essere risolto imponendo, ma solo cambiando e proponendo dei cambiamenti.
Chi deve promuovere questi cambiamenti?
Noi donne.
Ancora una volta dobbiamo essere noi a fare, ad agire, ad essere pragmatiche.
E come?
Iniziando ad essere, noi stesse, meno maschiliste.
Iniziando a nasconderci meno dietro ad un dito.
Quante volte abbiamo sentito dire da un’amica: “non posso, ho il bimbo piccolo” o “non posso, devo preparare la cena a mio marito, chi lo sente se torna a casa e non mi trova” o “vorrei lavorare, ma poi con i bimbi come faccio?”.
Quante volte mi sono sentita dire da altre donne: “ma come fai? Con un bambino così piccolo, non ti senti in colpa a lasciarlo per fare le cose tue?”.
Dobbiamo scrollarci di dosso questo “maschilismo femminile” , questo modo di essere “geisha” a tutti i costi e guardare un po’ più a noi stesse.
Pensare a noi, come donne, come lavoratrici, come coloro che possono e devono impegnarsi in società.
Abbiamo il diritto di partecipare, ma innanzitutto abbiamo il DOVERE.
Ancora, sento dire spesso: “le donne non votano le donne”.
Sinceramente, quando esprimo il mio voto, non bado al sesso del candidato, bensì alla PERSONA candidata.
Cerco di capire quale può essere la persona più capace ad amministrare la cosa pubblica. La persona che meglio degli altri può anteporre gli interessi collettivi agli egoismi ed agli interessi personali.
Una persona candidata diventa per me asessuata.
E così dovrebbe essere.
Certo si dovrebbe fare in modo che vi fossero più donne candidate, ma non attraverso le quote rose, non perché “imposte”. Abbiamo bisogno di donne pronte, preparate, capaci e desiderose di fare.
Abbiamo bisogno della disponibilità delle donne a partecipare alla vita politica. Ed ecco che la scuola di formazione politica che la consulta regionale delle donne democratiche intende realizzare assume un ruolo fondamentale in questo percorso.
Concludo dicendo che noi donne dovremmo essere ambiziose, perché l’ambizione non ha alcuna accezione negativa, anzi.
L’ambizione insegna ad essere migliori, insegna a guardare oltre, insegna a cercare dei risultati che ci fanno stare bene, che ci fanno vivere meglio e che quindi ci spronano a fare meglio anche per gli altri, soprattutto per gli altri.
Noi donne possiamo tutto. Noi donne possiamo anche fare politica. Noi donne dobbiamo fare politica.
D’altronde la parola “donna” deriva dal latino domna, forma sincopata di domina, cioè padrona.
Come diceva il mitico Peppino, “ho detto tutto!”

Un alibi per tutto e per tutti



Il capo del governo è un ottimo politico.

Certo.

Come no.

Non c’è che dire.

Lui non pensa ai suoi interessi personali, no, per carità, lungi da me il pensare una tale oscenità.

Lui vuole che tutti stiano bene, specie che tutti si sentano con la coscienza apposto.

Ed è proprio avendo bene in mente questo fine caritatevole che quel famoso 17 febbraio del 2004 dichiarò: “Se io lavoro, faccio tanti sacrifici e lo Stato mi chiede il 50 per cento e passa, reputo questa come una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato ad evadere le tasse”. (Ovviamente ha smentito tale dichiarazione, peccato ci fosse un video ad incastrarlo.)

Poverino, lui voleva solo alleviare i “dolori morali” di quelli che non pagano le imposte. Come se una morale o un’etica l’avessero.

E sì perché se uno non paga le imposte non è mica colpa sua? No!

Se uno paga le imposte e poi si vede offrire in cambio servizi inadeguati è legittimato ad evadere. Quasi fosse una forma di protesta.

Quasi fosse stato coniato un diritto nuovo di zecca: il diritto ad evadere.

La colpa è dello Stato, dei governatori, mica dell’evasore? Che colpa ha il povero evasore? In fondo lui lavoro, si fa il culo quanto una casa e poi arriva quel sanguisuga che è lo Stato e gli frega tutto. Questo Stato che non adempie al proprio dovere.

Però al primo ministro nel momento in cui gli “scappava” quella dichiarazione sfuggiva una cosa: il primo ministro era lui! Il Governo era lui!

Ah ecco, c’è una spiegazione però, perché a tutto c’è una spiegazione; forse, da bravo cattolico, stava facendo un mea culpa. A tutto c’è una spiegazione.

Ora cerco di essere seria per lasciare un messaggio serio al caro primo ministro.

Se la pressione fiscale è così elevata è a causa dei tanti che evadono, quindi il costo dei servizi va ripartito, purtroppo, tra i pochi che non possono scappare dalle imposte (lavoratori dipendenti).

Ed è ovvio che quelli che vivono onestamente comunque non riescono a colmare il vuoto finanziario lasciato dagli evasori.

Se si aggiungono poi gli sprechi dei vari enti pubblici, la cui lista potrebbe essere molto lunga, il vuoto da colmare diventa, appunto, incolmabile.

Detto questo vorrei ricordargli che compito degli amministratori è vigilare.

“Assicurare alla giustizia” coloro che non pagano le imposte e fare in modo dunque che la nostra Costituzione sia onorata. Non fare cassa di tanto in tanto con condoni, che non rappresentano altro che un’ulteriore incentivo ad evadere.


Per quanto riguarda gli sprechi il nostro governo dovrebbe attuare un controllo capillare dei vari enti pubblici, capire dove vi sono perdite, comprenderne il motivo ed intervenire.


Io non accetto che un capo di governo dica "le tasse sono alte ed i servizi, quando vengono offerti, sono di scarsa qualità quindi è ovvio che si evada".

Un capo di governo, come lo intendo io, dovrebbe essere da esempio POSITIVO per la popolazione.

Un capo di governo dovrebbe fare di tutto per risolvere i problemi in modo legittimo e legale.

Un capo di governo dovrebbe fare in modo che gli interessi generali siano anteposti a quelli dei singoli o di pochi.

Un capo di governo dovrebbe fare tutto quello che l’attuale capo del governo non fa e non fare tutto quello che fa.

Forse ho capito qual è il problema: il capo del governo non dovrebbe essere lui!

Paura d'amare....




Sono trascorsi pochissimi giorni dalla giornata internazionale contro l’omofobia e un altro ragazzo, nelle scorse ore, colpevole solo di amare una persona del suo stesso sesso, è stato pestato a sangue.

Strano dire “essere colpevole d’amare”.

Strano parlare di Amore come reato.

Un omosessuale ama un’altra persona.

La ama con tutto se stesso, di un amore puro, naturale, romantico.

Cosa importa di che sesso è l’altra persona? Non è forse questo l’amore più puro? Quello incondizionato?

Eppure su questo amore aleggia l’ombra scura e bastarda dell’omofobia.

Ma cos’è l’omofobia?

Avversione?

Paura?

E se è paura, paura di cosa?

Mi sono sempre chiesta cosa ci possa essere di così riprovevole nel vedere due uomini o due donne che si scambiano gesti affettuosi.

Riporto un esempio.

Sono in giro, shopping, incontro due gay o due lesbiche che si scambiano effusioni, si baciano.

Il sentimento che mi scatena immediatamente la scena è amore, dolcezza, ammirazione per due persone che si amano.

Cosa scatta nella mente delle persone che arrivano invece ad offendere, a denigrare, addirittura a pestare a sangue e a volte ad uccidere? Da cosa sono così tanto spaventati?

C’è chi sostiene che l’omofobia colpisca le "personalità autoritarie", rigide, insicure, che si sentono minacciate dal "diverso da sé" (in modo più generale e dunque non solo dagli omosessuali); vi sono poi degli studi che rilevano che alti livelli di omofobia si riscontrano in persone in lotta con una forte omosessualità latente o repressa.

Ho un mio pensiero al riguardo.

Credo che l’omofobia sia la paura che quello che all’omofobo sembra tanto strano, quello di cui l’omofobo ha paura, che quello l’omofobo tanto disprezza possa un giorno capitare a lui.

A questo punto chiedo a TE omofobo.

Se ti innamorassi di una persona del tuo stesso sesso dove risiederebbe il problema? Chi stabilisce chi deve essere la persona da amare? Chi dice che se ami una persona del tuo stesso sesso sbagli?

Chi?!

Io certo NO!

Si parte.....

Con questo primo post inizio un nuovo viaggio.
Immagino luoghi sconfinati, immagino campi verdi con gocce di papaveri, immagino un cielo azzurro con pecorelle di nuvole.
Immagino tutto questo e sento il profumo della libertà, quella vera, incondizionata, l'unica che io conosca.
Chi vuole capire dove vado mi segua.........