Mi sento sempre più umiliata dalla necessità di specificare, pretendere, legiferare circa la partecipazione della donna nella vita politica, nel mondo del lavoro, eccetera eccetera.
In fondo l’articolo 3 della Costituzione italiana parla chiaro: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano l’eguaglianza
Perché allora questa necessità di dover ribadire?
Perché c’è sempre bisogno di dover imporre la donna?
Le quote rosa.
Le odio.
Le odio perché ancora una volta si sente il bisogno e si avverte la necessità di includere “forzatamente” le donne.
Però ancora oggi servono.
Servono per accedere almeno "alla candidatura".
Il problema è alla radice.
E’ un problema culturale.
Un problema che non può essere risolto imponendo, ma solo cambiando e proponendo dei cambiamenti.
Chi deve promuovere questi cambiamenti?
Noi donne.
Ancora una volta dobbiamo essere noi a fare, ad agire, ad essere pragmatiche.
E come?
Iniziando ad essere, noi stesse, meno maschiliste.
Iniziando a nasconderci meno dietro ad un dito.
Quante volte abbiamo sentito dire da un’amica: “non posso, ho il bimbo piccolo” o “non posso, devo preparare la cena a mio marito, chi lo sente se torna a casa e non mi trova” o “vorrei lavorare, ma poi con i bimbi come faccio?”.
Quante volte mi sono sentita dire da altre donne: “ma come fai? Con un bambino così piccolo, non ti senti in colpa a lasciarlo per fare le cose tue?”.
Dobbiamo scrollarci di dosso questo “maschilismo femminile” , questo modo di essere “geisha” a tutti i costi e guardare un po’ più a noi stesse.
Pensare a noi, come donne, come lavoratrici, come coloro che possono e devono impegnarsi in società.
Abbiamo il diritto di partecipare, ma innanzitutto abbiamo il DOVERE.
Ancora, sento dire spesso: “le donne non votano le donne”.
Sinceramente, quando esprimo il mio voto, non bado al sesso del candidato, bensì alla PERSONA candidata.
Cerco di capire quale può essere la persona più capace ad amministrare la cosa pubblica. La persona che meglio degli altri può anteporre gli interessi collettivi agli egoismi ed agli interessi personali.
Una persona candidata diventa per me asessuata.
E così dovrebbe essere.
Certo si dovrebbe fare in modo che vi fossero più donne candidate, ma non attraverso le quote rose, non perché “imposte”. Abbiamo bisogno di donne pronte, preparate, capaci e desiderose di fare.
Abbiamo bisogno della disponibilità delle donne a partecipare alla vita politica. Ed ecco che la scuola di formazione politica che la consulta regionale delle donne democratiche intende realizzare assume un ruolo fondamentale in questo percorso.
Concludo dicendo che noi donne dovremmo essere ambiziose, perché l’ambizione non ha alcuna accezione negativa, anzi.
L’ambizione insegna ad essere migliori, insegna a guardare oltre, insegna a cercare dei risultati che ci fanno stare bene, che ci fanno vivere meglio e che quindi ci spronano a fare meglio anche per gli altri, soprattutto per gli altri.
Noi donne possiamo tutto. Noi donne possiamo anche fare politica. Noi donne dobbiamo fare politica.
D’altronde la parola “donna” deriva dal latino domna, forma sincopata di domina, cioè padrona.
Come diceva il mitico Peppino, “ho detto tutto!”
La natura ci insegna che la donna, nella maggioranza dei casi, è meno equilibrata e stabile psicologicamente, ecco perchè nella storia ha avuto raramente ruoli preminenti. Non è questione di maschilismo. Semplicemente la donna ha un ruolo naturale e lo porta con se nel corpo come nella mente. Così quello che l'uomo ha capito è che la donna non si discute, ma o si ama o si odia.
RispondiEliminaSarebbe bello conoscere la tua identità. Sei un uomo o una donna?
RispondiEliminaDire che la donna è meno equilibrata psicologicamente è davvero molto grave ed offensivo. Vorrei capire quale sia la fonte di tale informazione. Non ho mai letto, né sentito da psicologi, psichiatri o altri una "fesseria" del genere.
già vivete più a lungo, siaete più sane (anche grazie..ale vostre cose)e complessivamente più equilibrate.
RispondiEliminapoi c'è la teoria del "catch up" o riguadagnare il tempo perduto. studiata dagli economisti, l'ho vista funzionare egregiamente nei cd paesi in via di sviluppo. Ogni volta che ci tornavo (in Romania, Turchia,Polonia, Slovacchia ecc.) per lavoro, passati solo pochi mesi, tutto era cambiato, quasi irriconoscibile. Sono loro che allungano il passo, mentre noi rimaniamo a trastullarci...
presto dominerete il mondo, non scherzo GIURO, e allora terrete qualche esemplare di maschietto a ..scopi riproduttivi o come si fa col gattino.
Però ve la sarete meritata!!In fondo, si possono avere tutte le convenzioni sociali, ma alla fine vince il più forte!!
Grazie per avermi ospitato (Nicola FB)
Sono molto d'accordo con te quando parli di "persone", senza dover prendere necessariamente in considerazione il loro sesso!
RispondiEliminaCerto Danilo. Siamo innanzitutto delle persone con delle capacità ed ognuna con delle competenze distintive che prescindono dal sesso maschile o femminile.
RispondiEliminaNicola non credo domineremo il mondo. Non è questo il mio scopo.
:) tanto tu sai già come la penso...ne abbiamo sempre parlato...
RispondiEliminasì lo so :)
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