Quando anche l'italiano o il latino sono un'opinione....




La parola "interim" tradotta letteralmente significa "frattanto".
Si tratta di un avverbio latino (da solo o accompagnato dalla proposizione "ad") che, in genere, si usa per indicare la funzione o la carica che una "persona qualunque" assume temporaneamente fino a che si nomini un successore o eventualmente il precedente ritorni.
Ho detto in genere ed ho parlato di persona qualunque.

Sì perché nel caso del nostro caro e stimatissimo presidente del consiglio la cosa è un po' diversa.

Un po' come la legge.
La legge è uguale per tutti tranne che per uno.

Vale anche per il latino o la lingua italiana.
Per tutti non vi sono dubbi circa i significati dei termini, per il nostro carissimo, amatissimo e stimatissimo Primo Ministro invece non è così.
Anche la lingua italiana diventa relativa e diventa ad personam.

Però mi viene un dubbio. Forse il nostro caro presidente, dato l'avanzare dell'età e l'avvicinarsi della senilità, ha fatto confusione.

Avrà pensato che "ad interim" significasse sì frattanto, ma frattanto che i fatti suoi si mettano apposto; in fondo lui non è abituato a pensare all'interesse generale. Bisogna pure comprenderlo. Con tutte le cose sue a cui deve pensare non vorremmo mica pretendere che pensasse pure a quei quattro poveri italiani che arrancano per arrivare a fine mese. Su, dai!

Visto? Ancora una volta ha dimostrato la sua buona fede.

Sì sì, deve essere così.

Ha semplicemente fatto confusione.

Ma la legge non ammette ignoranza, potreste obiettare voi.

Certo, la legge. Ma come dicevo più sopra, la legge è uguale per tutti tranne che per uno.

INTERVENTO TERZA FESTA DEMOCRATICA MONTESCAGLIOSO

INTERVENTO TERZA FESTA DEMOCRATICA MONTESCAGLIOSO

Argomento: Conferenza Regionale Donne Democratiche
Ospite: Rossella Brenna, Referente Regione Basilicata

Ecco il mio intervento introduttivo.

Cari amici e care amiche buona sera.

A me l’onore stasera di aprire la sezione dibattiti della 3ª festa Democratica qui a Montescaglioso, festa che inizia oggi e si protrarrà fino a sabato.

Vi saranno dibattiti, serate musicali e conviviali cui vi invito a partecipare numerosi.
Vi ricordo inoltre che la nostra Tesoriera è a vostra disposizione per il tesseramento PD. Quindi se c’è qualcuno che non si è tesserato e che volesse farlo può accomodarsi allo stand tesseramento.

Sono davvero lieta questa sera di dare inizio alla festa ed in particolar modo di farlo in compagnia della cara amica Rossella Brenna.
Rossella è oggi qui con noi come Responsabile Regionale della Conferenza Programmatica Donne PD e come componente della Segreteria Regionale. Sarebbe dovuto essere con noi il segretario Regionale Roberto Speranza ma, ma problemi di agenda gliel’hanno impedito.

Innanzitutto ringrazio le amiche che sono qui con noi stasera e che spero vorranno seguirmi in questa avventura, chiamiamola così, della CONFERENZA DELLE DONNE!

Quando mi è stato proposto di entrarvi a far parte mi è venuto un dubbio, ho pensato potesse essere ancora una volta un modo per ghettizzare le donne, per metterle in un cantuccio e quindi per lasciar fare agli uomini in modo indisturbato.
Poi dopo vari incontri a Potenza con Rossella e con le altre donne della conferenza, tra le quali Antonella Melillo che è qui e che saluto, ho realizzato che questa conferenza sarà un bene per noi.

Perché non che noi donne non abbiamo mai parlato, non che non abbiamo o non avessimo cose da dire. Il problema non è nostro, il problema è che spesso gli altri non ci ascoltano. La conferenza, pertanto, è uno strumento forte per far sentire la nostra voce in modo sempre più incisivo ed autorevole.

La nostra sarà la voce di persone, e dico persone!, che elaborano politica, promuovono la cultura, promuovono lo scambio generazionale e culturale, promuovono la formazione politica, elaborano proposte politiche, che si occupano di temi sociali e che tutto questo lo fanno con passione e serietà.

Ho già in mente a circa tre iniziative da proporvi per settembre e alle quali spero voi possiate partecipare, questa volta non più come pubblico, ma bensì come parte attiva del tutto. Vi contatterò una ad una e vi informerò al riguardo.

Dal punto di vista legislativo le donne sono tutelate certo. Durante gli anni, grazie alla lotta ed alla perseveranza di tante donne siamo state tutelate dalla legge e abbiamo raggiunto risultati mai sperati.

La Costituzione per esempio all’art. 3 ci insegna che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, ecc. ecc. e poi l’articolo 37 sancisce parità di diritti per la donna lavoratrice.

Poi vi sono le quote rosa.

Chi mi conosce sa come la penso riguardo alle quote rosa. E Rossella lo sa benissimo. Io credo che finché ci sarà la necessità che vi siano le quote rosa non potremo parlare di pari opportunità. Non mi sta bene che le donne siano imposte dalle quote rosa, no, non ci va. Non voglio essere un numero. Non vogliamo essere semplicemente l’alternanza all’uomo.

Non voglio niente di tutto questo.

Né accetto il discorso delle donne che votano donne a prescindere. La prima volta che ho avuto l’onore di votare qui a Montescaglioso, ricordo, votai un candidato sindaco uomo e diedi la preferenza ad una candidata consigliere donna. Non perché fosse donna, bensì perché credevo avesse le carte in regola per assolvere alla funzione per cui era candidata. Perché la nostra non deve essere una coalizione delle donne contro qualcuno o qualcosa.
A me interessa che determinati ruoli o determinati posti, sia in politica, sia in ambito lavorativo, siano occupati da PERSONE capaci e meritevoli. Ma per fare ciò è necessario che siano rimossi tutti quegli ostacoli, di qualunque tipo essi siano, ma soprattutto quelli di natura culturale, che non permettono alle donne CAPACI E MERITEVOLI di essere considerate, al momento delle valutazioni, alla stessa stregua degli uomini.

Allora c’è bisogno di una rivoluzione culturale.

Guardate, io credo che viviamo in una società ancora troppo maschilista.

Ma il problema grosso è che spesso molto forte è il c.d. maschilismo femminile, maschilismo cioè assecondato da noi donne. A volte usiamo l’alibi dell’essere donna per scrollarci di dosso un ruolo che ci spetta e che abbiamo il dovere di attendere.

Tante volte mi sono sentita chiedere da donne amiche se mi sentissi in colpa a lasciare mio figlio per occuparmi di politica. No, non mi sento in colpa. Innanzitutto se mi occupo di politica lo faccio anche perché ho l’ambizione di voler e poter rendere il nostro Paese più vivibile e quindi lo faccio anche per lui; poi da quando mi occupo di politica non è aumentato il tempo che trascorro con lui, ma, di sicuro, ne è migliorata la qualità.
Siamo noi che dobbiamo insegnare ai i nostri figli a guardare il mondo con occhi diversi e non appannati da pregiudizi inutili e dannosi.

E dal nostro canto, noi, non dobbiamo vergognarci di essere ambiziose. Ciò che proprio non dobbiamo fare è rinunciare alle ambizioni; perché le ambizioni sono importanti, ci aiutano a capire e a guardare oltre il palmo del proprio naso.
Dobbiamo essere ambiziose e non arriviste. Dobbiamo, non imporci, non svenderci, ma farci valere per il nostro modo di pensare e per le nostre capacità!

Comunque avremo modo di discuterne meglio di tutto ciò, quella mia era solo una semplice introduzione per esporre il mio pensiero.
Se avete voglia di intervenire potete farlo. Vi ricordo solo che gli intervenni dovranno durare al massimo tre minuti dato che dopo vi sarà un altro dibattito e quindi abbiamo bisogno di rispettare i tempi…Grazie ancora, a te Rossella la parola.