Argomento: Conferenza Regionale Donne Democratiche
Ospite: Rossella Brenna, Referente Regione Basilicata
Ecco il mio intervento introduttivo.
Cari amici e care amiche buona sera.
A me l’onore stasera di aprire la sezione dibattiti della 3ª festa Democratica qui a Montescaglioso, festa che inizia oggi e si protrarrà fino a sabato.
Vi saranno dibattiti, serate musicali e conviviali cui vi invito a partecipare numerosi.
Vi ricordo inoltre che la nostra Tesoriera è a vostra disposizione per il tesseramento PD. Quindi se c’è qualcuno che non si è tesserato e che volesse farlo può accomodarsi allo stand tesseramento.
Sono davvero lieta questa sera di dare inizio alla festa ed in particolar modo di farlo in compagnia della cara amica Rossella Brenna.
Rossella è oggi qui con noi come Responsabile Regionale della Conferenza Programmatica Donne PD e come componente della Segreteria Regionale. Sarebbe dovuto essere con noi il segretario Regionale Roberto Speranza ma, ma problemi di agenda gliel’hanno impedito.
Innanzitutto ringrazio le amiche che sono qui con noi stasera e che spero vorranno seguirmi in questa avventura, chiamiamola così, della CONFERENZA DELLE DONNE!
Quando mi è stato proposto di entrarvi a far parte mi è venuto un dubbio, ho pensato potesse essere ancora una volta un modo per ghettizzare le donne, per metterle in un cantuccio e quindi per lasciar fare agli uomini in modo indisturbato.
Poi dopo vari incontri a Potenza con Rossella e con le altre donne della conferenza, tra le quali Antonella Melillo che è qui e che saluto, ho realizzato che questa conferenza sarà un bene per noi.
Perché non che noi donne non abbiamo mai parlato, non che non abbiamo o non avessimo cose da dire. Il problema non è nostro, il problema è che spesso gli altri non ci ascoltano. La conferenza, pertanto, è uno strumento forte per far sentire la nostra voce in modo sempre più incisivo ed autorevole.
La nostra sarà la voce di persone, e dico persone!, che elaborano politica, promuovono la cultura, promuovono lo scambio generazionale e culturale, promuovono la formazione politica, elaborano proposte politiche, che si occupano di temi sociali e che tutto questo lo fanno con passione e serietà.
Ho già in mente a circa tre iniziative da proporvi per settembre e alle quali spero voi possiate partecipare, questa volta non più come pubblico, ma bensì come parte attiva del tutto. Vi contatterò una ad una e vi informerò al riguardo.
Dal punto di vista legislativo le donne sono tutelate certo. Durante gli anni, grazie alla lotta ed alla perseveranza di tante donne siamo state tutelate dalla legge e abbiamo raggiunto risultati mai sperati.
La Costituzione per esempio all’art. 3 ci insegna che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, ecc. ecc. e poi l’articolo 37 sancisce parità di diritti per la donna lavoratrice.
Poi vi sono le quote rosa.
Chi mi conosce sa come la penso riguardo alle quote rosa. E Rossella lo sa benissimo. Io credo che finché ci sarà la necessità che vi siano le quote rosa non potremo parlare di pari opportunità. Non mi sta bene che le donne siano imposte dalle quote rosa, no, non ci va. Non voglio essere un numero. Non vogliamo essere semplicemente l’alternanza all’uomo.
Non voglio niente di tutto questo.
Né accetto il discorso delle donne che votano donne a prescindere. La prima volta che ho avuto l’onore di votare qui a Montescaglioso, ricordo, votai un candidato sindaco uomo e diedi la preferenza ad una candidata consigliere donna. Non perché fosse donna, bensì perché credevo avesse le carte in regola per assolvere alla funzione per cui era candidata. Perché la nostra non deve essere una coalizione delle donne contro qualcuno o qualcosa.
A me interessa che determinati ruoli o determinati posti, sia in politica, sia in ambito lavorativo, siano occupati da PERSONE capaci e meritevoli. Ma per fare ciò è necessario che siano rimossi tutti quegli ostacoli, di qualunque tipo essi siano, ma soprattutto quelli di natura culturale, che non permettono alle donne CAPACI E MERITEVOLI di essere considerate, al momento delle valutazioni, alla stessa stregua degli uomini.
Allora c’è bisogno di una rivoluzione culturale.
Guardate, io credo che viviamo in una società ancora troppo maschilista.
Ma il problema grosso è che spesso molto forte è il c.d. maschilismo femminile, maschilismo cioè assecondato da noi donne. A volte usiamo l’alibi dell’essere donna per scrollarci di dosso un ruolo che ci spetta e che abbiamo il dovere di attendere.
Tante volte mi sono sentita chiedere da donne amiche se mi sentissi in colpa a lasciare mio figlio per occuparmi di politica. No, non mi sento in colpa. Innanzitutto se mi occupo di politica lo faccio anche perché ho l’ambizione di voler e poter rendere il nostro Paese più vivibile e quindi lo faccio anche per lui; poi da quando mi occupo di politica non è aumentato il tempo che trascorro con lui, ma, di sicuro, ne è migliorata la qualità.
Siamo noi che dobbiamo insegnare ai i nostri figli a guardare il mondo con occhi diversi e non appannati da pregiudizi inutili e dannosi.
E dal nostro canto, noi, non dobbiamo vergognarci di essere ambiziose. Ciò che proprio non dobbiamo fare è rinunciare alle ambizioni; perché le ambizioni sono importanti, ci aiutano a capire e a guardare oltre il palmo del proprio naso.
Dobbiamo essere ambiziose e non arriviste. Dobbiamo, non imporci, non svenderci, ma farci valere per il nostro modo di pensare e per le nostre capacità!
Comunque avremo modo di discuterne meglio di tutto ciò, quella mia era solo una semplice introduzione per esporre il mio pensiero.
Se avete voglia di intervenire potete farlo. Vi ricordo solo che gli intervenni dovranno durare al massimo tre minuti dato che dopo vi sarà un altro dibattito e quindi abbiamo bisogno di rispettare i tempi…Grazie ancora, a te Rossella la parola.
Bello semplice e diretto come te !! PG
RispondiEliminaMi fa piacere sia piaciuto il mio intervento, spero sia apprezzato dalle donne.
RispondiEliminaLa conferenza delle donne è una proposta molto interessante. Spero vengano presi impegni seri e create possibilità concrete per tutti. In questo momento, però, credo che sia abbastanza "ghettizzato" (per usare un tuo termine) il maschio, perchè oggi, grazie alle campagne a priori della Carfagna, parlare di donna va di moda. Sono bernaldese, montese di padre, milanese di adozione. Giro molto l'Italia per lavoro e non vedo molte donne ghettizzate...anzi. Mi piacerebbe fare una lettura trasversale, magari anche socio-economica di questo; vorrei capire, per esempio come mai ci sono donne potenti (donne di mafia, rappresentanti sindacali e dell'industria, esponenti televisive e dell'informazione) capaci di trascinare una quota interessante dell'Italia; vorrei capire come mai ci sono donne che grazie al loro potere sessuale hanno cambiato il corso dela storia; vorrei capire come mai ci sono donne che guardano solo il gardino del vicino. Esiste un bagaglio di esperienze di donne che sono l'eredità lasciata a tutti quanti sanno trarne esempio. C'è un ultimo punto: la cultura. Ricordiamoci che è un fatto personale, ma non è necessariamente il titolo di studio.
RispondiEliminaSpero di essere presente a questa iniziativa (o ghettizzi i maschietti :)...), vorrai salutarmi Antonella Melillo e ti auguro di crederci sempre (magari anche da non tifosa).
Caro Rocco, innanzitutto ti ringrazio per essere intervenuto sul mio blog, grazie dunque per l'attenzione ad esso riposto.
RispondiEliminaQuando parlo di donne ghettizzate, in particolare in questo mio intervento, intendo parlare di donne cui si dà un contentino per zittirle.
La questione femminile, la difficoltà delle donne di intervenire nella vita politica, nella vita lavorativa come protagoniste è sempre maggiore, anche se mi pare tu stia asserendo il contrario.
Per essere chiara circa il mio pensiero ti riporto un piccolo esempio o comunque ti pongo una domanda: nella coppia, tra marito e moglie o tra compagni, quando vi sono dei figli, chi "automaticamente" è la persona deputata ad interessarsi dei figli, ad accudirli e dunque a rinunciare al proprio desiderio di carriera o semplicemente di affermazione nel mondo del lavoro?
La donna. Ti rispondo senza timore di smentita.
E' la donna.
Sono rari i casi in cui gli uomini rinunciano alla propria carriera per far sì che siano le mogli o le compagne che vadano per la propria strada e quei pochi casi sono anche oggetto di critica da parte della gente. In quei rari casi l'uomo è visto come un "ommnicchio". Magari è quello che succede qui; sono consapevole che in altri parti del mondo o anche d'Italia ciò non avviene. Però per me è sufficiente che si verifichi solo un caso del genere perché vi siano motivi per "combatterlo".
Sono d'accordo con te, molte donne, grazie alla loro forza, tenacia e intelligenza, hanno cambiato il corso della storia e a loro sono grata ed è proprio per loro che non bisogna demordere e che se si intravede la disgrazia di poter fare un passo indietro è necessario intervenire.
Ieri è stato commemorato l'8 settembre 1943. Data importante. Importantissima. In questa occasione a Roma è stata scoperta una lapide dedicata alle 55 donne che persero la vita per la libertà.
Ecco quelle sono le donne a cui io mi ispiro. Donne che hanno il coraggio di agire per il bene di tutti.
Io sogno davvero una società in cui non vi è alcuna differenza, se non fisiologica, tra l'uomo e la donna. Sogno una società in cui per giudicare sia usato il metro del merito e non altro. Sogno una società in cui le donne non usino il proprio corpo per raggiungere i propri obiettivi. Sogno una società in cui le donne aperte, libere, pronte a vivere tutte le esperienze non siano giudicate negativamente.
Qui da noi non è semplice, lo so, ma ho tanto fiducia nelle donne ed è per questo che ritengo tutto ciò non demagogico, ma possibile.
Ancora...Rocco certo che ti saluto la Melillo, se mi fornissi il tuo cognome forse sarebbe più semplice individuarti.
RispondiEliminaCi crederò sempre, fa parte di me, della mia natura, penso queste cose da anni, da quando ero in fasce (chiedilo a papà, sono stata la sua disperazione da sempre).
E poi, non sono mica tifosa? Io credo in quello che dico ed in quello che faccio, dunque, a volte, il mio sostenere le miei idee può sembrare da tifosa, ma ti assicuro che non lo è. :)
Abbi fiducia anche qualche maschietto che può appoggiare la tue tue idee però!
RispondiEliminaDi donne in carriera e che riescono anche a fare le mamme ne vedo tutti i giorni per lavoro, nella Pubblica Amministrazione. Ho imparato molto da loro e soprattutto ho imparato la gestione del tempo. Sono, anzie siete, delle ottime strateghe.
La carriera, dici? Bhè provengo da una famiglia il cui padre rinunciò alla carriera universitaria per la famiglia e non certo è un omminicchio. Mio padre è montese, Giovanni Oliva, insegnante, giornalista pubblicista e scrittore. Dimenticavo: il mio cognome? Oliva, naturalmente e ti sto leggendo veramente con molto interesse. Vai avanti, da Milano, per adesso, ti arriva un supporto spirituale.
Certo che non lo è un ommnicchio tuo padre...ci mancherebbe....ho molta fiducia negli uomini, in quelli che rispettano le persone.
RispondiEliminaTi confesso una cosa. Fino ad agosto 2009 ho lavorato tanto. Ero fuori dalla mattina alla sera, poi mi occupavo di politica e ciò nonostante riuscivo a regalare alla mia famiglia momenti di serenità. Mio marito mi ha sempre appoggiata, mi ha sempre supportata, mi ha sempre incitata a continuare.
Da circa un anno lavoro di meno. Diciamo che ora sono in cerca di lavoro, la politica non l'ho mai lasciata, ci credo, credo che possa essere un ottimo strumento per far sentire la propria voce e per cambiare alcune cose.
Avevo capito tu fossi Oliva, ti ho letto su face ed ho collegato.
:)
ripeto io credo nelle persone, negli uomini e nelle donne. Quando si tratta di lavoro, politica ed altro per me le persone diventano come gli angeli, asessuate...:)
un abbraccio e grazie per il tuo supporto, spesso quello spirituale è quello più utile ed incisivo.
Bene...coraggio, avanti. Per gli angeli asessuati spero non sia una precisazione....ma spero anche di poterti leggere ancora.
RispondiEliminaSulle quote rosa hai ragione, sono solo offensive. Perché non anche una quota riservata per i biondi o per i geometri?
RispondiEliminaCredo che il vero limite alla presenza delle donne in politica sia la mancanza di un quadro di aiuto alla maternità. L'impegno politico di chi vuole aspirare a cariche e candidature deve essere continuo, pressocché quotidiano. A meno di non essere il grosso nome della "società civile" (non sapevo la politica fosse "incivile") da chiamare al momento delle liste; ma allora l'impegno deve essere quotidiano nella professione o nel lavoro.
Mia moglie é avvocato, come me, ma io sono molto più capace di lei professionalmente. Normale, ho molte più ore di lavoro sulle spalle.
In Italia non c'é una vera politica di supporto alla famiglia, che sarà anche stata invisa a Lenin, ma é il cardine del nostro vivere.
Ed allora delle due l'una: o aboliamo le maternità (ed allora aboliamo anche la politica, tanto non ci sarà una prossima generazione a cui pensare), o ci diamo da fare con asili, assistenza domiciliare, incentivi economici e quanto altro.
La vecchia famiglia allargata é caduta sotto i colpi della mobilità del lavoro, e non tornerà. Noi abbiamo la fortuna di vivere in centri abitati dove i nonni possono aiutare, ma prova a farlo a Roma.
Tertium non datur.
Salvo parlare di quote rosa, discorso che più che altro mi ricorda le quote latte.
??????
RispondiEliminacosa intendi per le quote latte. sia più chiaro.
sii più chiaro..scusa ti ho dato del lei...:)
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