Un alibi per tutto e per tutti



Il capo del governo è un ottimo politico.

Certo.

Come no.

Non c’è che dire.

Lui non pensa ai suoi interessi personali, no, per carità, lungi da me il pensare una tale oscenità.

Lui vuole che tutti stiano bene, specie che tutti si sentano con la coscienza apposto.

Ed è proprio avendo bene in mente questo fine caritatevole che quel famoso 17 febbraio del 2004 dichiarò: “Se io lavoro, faccio tanti sacrifici e lo Stato mi chiede il 50 per cento e passa, reputo questa come una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato ad evadere le tasse”. (Ovviamente ha smentito tale dichiarazione, peccato ci fosse un video ad incastrarlo.)

Poverino, lui voleva solo alleviare i “dolori morali” di quelli che non pagano le imposte. Come se una morale o un’etica l’avessero.

E sì perché se uno non paga le imposte non è mica colpa sua? No!

Se uno paga le imposte e poi si vede offrire in cambio servizi inadeguati è legittimato ad evadere. Quasi fosse una forma di protesta.

Quasi fosse stato coniato un diritto nuovo di zecca: il diritto ad evadere.

La colpa è dello Stato, dei governatori, mica dell’evasore? Che colpa ha il povero evasore? In fondo lui lavoro, si fa il culo quanto una casa e poi arriva quel sanguisuga che è lo Stato e gli frega tutto. Questo Stato che non adempie al proprio dovere.

Però al primo ministro nel momento in cui gli “scappava” quella dichiarazione sfuggiva una cosa: il primo ministro era lui! Il Governo era lui!

Ah ecco, c’è una spiegazione però, perché a tutto c’è una spiegazione; forse, da bravo cattolico, stava facendo un mea culpa. A tutto c’è una spiegazione.

Ora cerco di essere seria per lasciare un messaggio serio al caro primo ministro.

Se la pressione fiscale è così elevata è a causa dei tanti che evadono, quindi il costo dei servizi va ripartito, purtroppo, tra i pochi che non possono scappare dalle imposte (lavoratori dipendenti).

Ed è ovvio che quelli che vivono onestamente comunque non riescono a colmare il vuoto finanziario lasciato dagli evasori.

Se si aggiungono poi gli sprechi dei vari enti pubblici, la cui lista potrebbe essere molto lunga, il vuoto da colmare diventa, appunto, incolmabile.

Detto questo vorrei ricordargli che compito degli amministratori è vigilare.

“Assicurare alla giustizia” coloro che non pagano le imposte e fare in modo dunque che la nostra Costituzione sia onorata. Non fare cassa di tanto in tanto con condoni, che non rappresentano altro che un’ulteriore incentivo ad evadere.


Per quanto riguarda gli sprechi il nostro governo dovrebbe attuare un controllo capillare dei vari enti pubblici, capire dove vi sono perdite, comprenderne il motivo ed intervenire.


Io non accetto che un capo di governo dica "le tasse sono alte ed i servizi, quando vengono offerti, sono di scarsa qualità quindi è ovvio che si evada".

Un capo di governo, come lo intendo io, dovrebbe essere da esempio POSITIVO per la popolazione.

Un capo di governo dovrebbe fare di tutto per risolvere i problemi in modo legittimo e legale.

Un capo di governo dovrebbe fare in modo che gli interessi generali siano anteposti a quelli dei singoli o di pochi.

Un capo di governo dovrebbe fare tutto quello che l’attuale capo del governo non fa e non fare tutto quello che fa.

Forse ho capito qual è il problema: il capo del governo non dovrebbe essere lui!