Qualcuno l’ha definita “manovra di classe” perché ci vuole “classe”, ma anche coraggio, per tagliare le agevolazioni fiscali alle famiglie più povere e addirittura per farlo in misura doppia rispetto alle famiglie ricche.
Si tratta del cosiddetto taglio lineare sul complesso di quasi cinquecento agevolazioni fiscali e assistenziali a favore delle famiglie.
E’ quello che accadrà se il Governo non sarà riuscito a recuperare dal riordino della spesa sociale e dalla riforma del fisco i miliardi di cui ha bisogno per correggere il deficit pubblico; numerosi regimi di esclusione, esenzione e favori fiscali saranno automaticamente ridotti del 5 per cento nel 2013 e del 20 per cento complessivo nel 2014.
Cosa significa questo?
Significa che a subire il maggior danno sarebbero le famiglie italiane con reddito medio basso che si vedrebbero ridurre alcune tra le principali agevolazioni: tutte le detrazioni Irpef, comprese quelle per lavoro, pensione e carichi famigliari e le aliquote Iva del 4 e del 10 per cento.
Per essere ancora più precisi riportiamo i calcoli effettuati usando un modello di micro simulazione fiscale sviluppato presso il Centro di analisi delle politiche pubbliche dell’Università di Modena e Reggio Emilia; essendo in media le detrazioni Irpef pari a circa 2.700 euro per famiglia, le minori agevolazioni sarebbero 136 euro (nel caso della misura del 5 per cento) o 544 euro (nel caso della misura del 20 per cento).
Lo stesso valga nel caso dell’Iva: se si vuole recuperare il 5 per cento del minor gettito garantito dalla presenza dell’aliquota del 4 per cento, è necessario che essa venga innalzata al 4,7 per cento o al 6,8 per cento per recuperare il 20 per cento. L’aliquota del 10 per cento invece salirà al 10,5 per cento per recuperare il 5 percento del suo minor gettito, e al 12,1 per cento se si vuole ridurre del 20 per cento l’agevolazione ad essa associata.
Questo solo uno dei punti che penalizza le famiglie.
Giudicate voi.
Vincenza Abbatiello
Componente Segreteria
PD Montescaglioso