Io poi mi chiedo: “ma è tanto difficile elaborare una soddisfacente politica fiscale e monetaria per un Paese?”
Paghiamo di tasca nostra un casino di soldi ai nostri politici e neanche riescono a risolverci i problemi.
Se l’azienda per la quale lavoro mi chiede di essere produttiva e non lo sono, mi manda a casa.
L’imprenditore fa questo ragionamento: “io ti assumo, quindi stipulo un contratto con te che consiste in una partita ed una contropartita. Io ti pago lo stipendio e tu in cambio lavoro e sei produttivo”.
L’essere produttivo è una “prova” che si svolge bene il proprio lavoro.
In politica dovrebbe essere lo stesso.
Io ti voto (certo voto non chi voglio ma uno scelto tra coloro imposti dall’alto, sorvoliamo); dicevo io ti voto, tu vai in parlamento a rappresentarmi, io pago le tasse e le imposte in modo che tu possa avere la tua bella indennità e poi la tua bella pensione, tu possa mangiare nel migliore ristorante e fare tante cose belle a prezzi agevolati, però in cambio ti chiedo di fare qualcosa che sia di interesse generale. Che riguardi un po’ tutti. Ti chiedo di mettere in campo delle politiche che permettano un’equa distribuzione della ricchezza, un livello di vita accettabile, per tutti e non solo per pochi o per uno
A questo punto c’è sempre qualcosa che si inceppa.
Allora sarà davvero difficile bilanciare il tutto; sì è un po’ come la copertina corta, se tiri da una parte si scopre dall’altra e viceversa.
Riduci le imposte, aumenti reddito disponibile, la gente spende e quindi si immette moneta sul mercato ed ecco che fa capolino inflazione, che a sua volta fa ridurre il potere di acquisto e quindi si è costretti a ripiegarsi su una politica restrittiva, allora lì giù con l’aumento dei tassi di interesse, aumento delle tasse, il denaro costa, si riduce la moneta in tasca alla gente, non compra, gli imprenditori non investono, non si crea lavoro e quindi si genera disoccupazione.
Succede questo, detto ovviamente in modo spicciolo ed elementare, magari anche poco corretto.
Ok l’ammetto è difficile. Però loro sono pagati per questo e siccome siamo al paradosso per cui la politica non è più considerata come un servizio alla gente, il più elevato dono di carità (come diceva Paolo VI), ma un vero e proprio lavoro, allora è necessario che i nostri politici siano produttivi, altrimenti è bene che siano licenziati!
Piccola nota:non sono abituata a fare di tutta l’erba un fascio, quindi voglio ringraziare quei politici che davvero si siedono in parlamento per realizzare ciò di cui la gente ha bisogno, da cui sarebbe opportuno i loro colleghi prendessero esempio. Io ne conosco personalmente più di uno, dunque ESISTONO.
To be continued…….