Mi sono fermata un attimo.
Ho riflettuto.
Ho pensato.
Ho analizzato.
Ho cercato di capire.
Ho cercato di comprendere.
Cambiare si può.
Certo che si può e, aggiungo, si deve!
Per farlo però c’è bisogno di una rivoluzione pacifica.
E la rivoluzione si può fare solo mettendo insieme le forze.
Se davvero vogliamo assumerci l’onere di cambiare l’Italia dobbiamo farlo restando uniti.
Ciò che non hanno capito tutti, a partire da Renzi&Civati, passando per Veltroni e Franceschini fino ad arrivare al Segretario Bersani è che è inutile fare guerre intestine.
Le guerre civili, i cannibalismi non servono a nulla, se non a rendere più forti gli avversari.
Allora c’è da chiedersi: vogliamo “annientare” il centro destra per vincere le elezioni avendo noi l’obiettivo nobile di far rinascere la nostra amata Nazione? O ognuno vuole dimostrare quanto è bello e quanto è bravo a botta di pavoneggianti atteggiamenti e di attacchi reciproci?
Ora mettiamoci nei panni di un cittadino qualunque.
Se io dovessi guardare con i suoi occhi cosa vedrei?
Un centrosinistra spaccato, non a metà, ma in mille pezzi: correnti, fazioni, movimenti.
Il Segretario del più grande partito di una “fantomatica” coalizione di centrosinistra che parla, cerca di mettere ordine, ma non riesce a catalizzare l’attenzione, non tanto su di sé, ma quanto e soprattutto su quello che si dovrebbe “concretamente” fare, perché ognuno pensa ad altro.
Lo statuto del PD parla chiaro: il candidato naturale per le politiche (per il PD) è il Segretario.
Allora perché tutto questo caos?
Siamo o non siamo un partito unico?
O siamo semplicemente quello che diamo l’impressione di essere?
La somma non organica delle miriadi correnti che ne fanno parte?
Correnti, movimenti, che all’interno di un grande partito possono trovare posto, possono essere “normali”.
Aanormale è un dato di fatto: al momento del confronto non si crea valore aggiunto, bensì solo scontri e divisioni.
Quando si diceva “cambia il vento”, il Segretario non credo si riferisse all’aumentare degli spifferi fastidiosi e irritanti all’interno del partito.
Il vento deve cambiare per l’Italia intera e grazie al PD unito.
Deve essere un vento di rinnovamento culturale, civile, sociale, economico, politico.
Un vento che aliti la voglia di riappropriarsi del giusto modo di fare la politica, quella politica che altro non deve essere uno strumento nelle mani di persone delegate dal popolo affinché si agisca nell’interesse di tutti e non di pochi.
Basta con gli arrivismi ed egoismi personali.
Che si inizi a lavorare per la gente e in nome della gente.
Che si inizi a farlo sul serio.
E’ finito il tempo di prendere in giro la gente.
Ho riflettuto.
Ho pensato.
Ho analizzato.
Ho cercato di capire.
Ho cercato di comprendere.
Cambiare si può.
Certo che si può e, aggiungo, si deve!
Per farlo però c’è bisogno di una rivoluzione pacifica.
E la rivoluzione si può fare solo mettendo insieme le forze.
Se davvero vogliamo assumerci l’onere di cambiare l’Italia dobbiamo farlo restando uniti.
Ciò che non hanno capito tutti, a partire da Renzi&Civati, passando per Veltroni e Franceschini fino ad arrivare al Segretario Bersani è che è inutile fare guerre intestine.
Le guerre civili, i cannibalismi non servono a nulla, se non a rendere più forti gli avversari.
Allora c’è da chiedersi: vogliamo “annientare” il centro destra per vincere le elezioni avendo noi l’obiettivo nobile di far rinascere la nostra amata Nazione? O ognuno vuole dimostrare quanto è bello e quanto è bravo a botta di pavoneggianti atteggiamenti e di attacchi reciproci?
Ora mettiamoci nei panni di un cittadino qualunque.
Se io dovessi guardare con i suoi occhi cosa vedrei?
Un centrosinistra spaccato, non a metà, ma in mille pezzi: correnti, fazioni, movimenti.
Il Segretario del più grande partito di una “fantomatica” coalizione di centrosinistra che parla, cerca di mettere ordine, ma non riesce a catalizzare l’attenzione, non tanto su di sé, ma quanto e soprattutto su quello che si dovrebbe “concretamente” fare, perché ognuno pensa ad altro.
Lo statuto del PD parla chiaro: il candidato naturale per le politiche (per il PD) è il Segretario.
Allora perché tutto questo caos?
Siamo o non siamo un partito unico?
O siamo semplicemente quello che diamo l’impressione di essere?
La somma non organica delle miriadi correnti che ne fanno parte?
Correnti, movimenti, che all’interno di un grande partito possono trovare posto, possono essere “normali”.
Aanormale è un dato di fatto: al momento del confronto non si crea valore aggiunto, bensì solo scontri e divisioni.
Quando si diceva “cambia il vento”, il Segretario non credo si riferisse all’aumentare degli spifferi fastidiosi e irritanti all’interno del partito.
Il vento deve cambiare per l’Italia intera e grazie al PD unito.
Deve essere un vento di rinnovamento culturale, civile, sociale, economico, politico.
Un vento che aliti la voglia di riappropriarsi del giusto modo di fare la politica, quella politica che altro non deve essere uno strumento nelle mani di persone delegate dal popolo affinché si agisca nell’interesse di tutti e non di pochi.
Basta con gli arrivismi ed egoismi personali.
Che si inizi a lavorare per la gente e in nome della gente.
Che si inizi a farlo sul serio.
E’ finito il tempo di prendere in giro la gente.