La Corte di Cassazione pronunciandosi a proposito dell’affidamento
di un figlio ad una mamma che vive con la propria compagna ha dimostrato che all'orizzonte c’è ancora la possibilità di intravedere un Paese Civile, un Paese dove i
preconcetti non abbiano la meglio sull'intelligenza e sulla voglia di donare
cura ed amore ai propri figli.
Con quella sentenza si è innanzitutto “riaffermato”, come
aveva già fatto con una sentenza precedente, che persone dello stesso sesso
possono formare una famiglia a tutti gli effetti e che quindi, in quanto tale,
hanno il diritto, ed allo stesso tempo il dovere, di prendersi cura del proprio
figlio.
Al contrario affermare che una coppia di omosessuali non può
adottare o avere in affidamento un bambino, basandosi su un mero pregiudizio,
equivale ad una qualsiasi forma di discriminazione che diventa ancor più grave,
pesante ed inaccettabile quando ad asserire ciò sono uomini di fede o che tali
dovrebbero essere indossando essi un abito talare.
Non definiamo dannoso
ciò che non conosciamo, non diamo per scontato ciò che sarebbe da dimostrare.
Si parla sempre di dannosità del contesto familiare “omosessuale”,
ma qualcuno ha mai “fornito” le prove di questa dannosità?
Mi piacerebbe davvero che si invertisse l’onere della prova;
sarebbe opportuno, attraverso un atto di “fiducia”, lasciare vivere in tranquillità una famiglia
ed un bambino che altro non chiedono se non amore e serenità e se qualcuno
ritiene che tutto ciò sia dannoso, lo dimostri.
Molti per “fortificare” la propria tesi fanno riferimento ad
articoli di legge, addirittura alla Costituzione. Sì, certo, è vero, l’art. 29
della Costituzione, che tanto spesso viene chiamato “in causa” recita:
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi,
con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”
Ecco dunque cosa recita l’art. 29 della nostra amata ed “ANTESIGNANA”
Costituzione.
Sfido chiunque a dimostrare che i padri costituenti per
famiglia naturale intendessero esclusivamente una famiglia formata da un uomo e
da una donna.
Io in questo articolo non leggo alcun riferimento al “sesso”
dei coniugi.
Per quanto io possa sforzarmi nei termini “famiglia” e “coniugi” io riesco solo ad accogliere il “valore”
di una famiglia composta da due uomini, da due donne, da un uomo ed una donna,
senza distinzioni, senza drammi, senza shock, senza ipocrisia.
Certo, è giusto, qualcuno potrebbe obiettare e dire che bisogna
capire cosa si intenda per “naturale”.
Volendo dare una definizione letterale si è pronti a
rispondere che “naturale” significa ciò che riguarda la natura e che ad essa è
conforme.
Però poi bisogna lasciare la superficie delle cose e andare
nel profondo e se si riesce a non essere tanto superficiali allora si riesce
anche a comprendere che è naturale e che riguarda la natura tutto ciò che
scaturisce dall'amore.
Pensiamoci bene. Riflettiamo.
Anche dal punto di vista giuridico, il figlio naturale; chi è?
È colui che nasce dall'unione di due genitori non “legati”
da matrimonio, naturale perché è frutto dell’amore e di nessun’altra
convenzione o legame imposto. Allora perché non dovrebbe essere questa la
definizione di famiglia naturale?
Una famiglia che poggia le sue fondamenta solo e soltanto sull'amore reciproco e sul rispetto continuo.
Nulla di più bello e naturale di questo.
Chi non desidererebbe questo per tutta la vita?
Se ragioniamo in questo modo allora sì che ci rendiamo conto
che il sesso dei coniugi è “irrilevante”, “secondario” perché primario è solo l’amore
e la serenità che loro riescono a donare alla famiglia e a trarre dalla
famiglia stessa.
Per concludere io direi.
Chiunque, io, voi, gli ecclesiastici, i politici, gli
scienziati, i giuristi, tutti coloro dalle cui decisioni e dal cui modo di pensare
dipendono le vite di altre persone; chiunque, prima di dare il proprio parere
su situazioni altrui ci pensi bene, non resti in superficie, cerchi di capire
ciò che davvero muove il mondo o che sarebbe giusto che muovesse il mondo.
Se solo ognuno avesse più rispetto per il proprio prossimo,
se solo si riuscisse a liberare la propria mente da pregiudizi inutili di
sicuro si vivrebbe e si lascerebbe vivere gli altri più serenamente.
Vincenza Abbatiello