COS’ERO E COSA SONO DIVENTATA ...POLITICAMENTE PARLANDO


Saturno che divora i suoi figli (Francisco De Goya)



Un tempo sapevo chi ero e cos'ero politicamente e quindi quando arrivava il tempo delle competizioni elettorali ero eccitata, appassionata, emozionata e non avevo alcun dubbio: testa e cuore viaggiavano nella stessa direzione, verso il Partito. Che per anni è stato il PD.
Oggi mi sento vuota, orfana di un Partito o forse anche di un’Ideologia. Questa è la cosa più grave, come se mi avessero rubato un sogno, cosa che non bisognerebbe permettere, mai, però a me è successo.


Trovarmi in un cul-de-sac poco prima di una competizione elettorale è una sensazione mai provata.


Ma perché? Cosa è realmente cambiato?


Cosa ero prima e cosa sono adesso?


Volendo fare un’analisi introspettiva che ha l’ambizione di diventare poi un’analisi sociologica, molto elementare e spicciola sia beninteso, le motivazioni possono essere diverse, ma in primo luogo:


1) c’era la passione politica che un tempo mi annebbiava la mente, me regalava un bel paio di occhiali a forma di prosciutto?


2) scorgevo da quale parte, in qualche posticino davvero recondito, dei rimasugli di una vera politica, letta, studiata, forse talvolta intravista, ma mai realmente e personalmente sperimenta, ma queste piccole allucinazioni mi facevano sperare perché pensavo “se è stato una volta non vedo perché non dovrebbe essere di nuovo?”. Allora sognavo che potessero tornare un Berlinguer, un Moro, un Alcide De Gasperi e che si potessi tornare a parlare a livelli alti, culturalmente, politicamente e sociologicamente parlando.
Fino ad oggi ciò non è accaduto, anzi più si va avanti e più questo miraggio si allontana.

Il problema ora mi si palesa grande come una montagna, perché manca solo un mese alle prossime elezioni ed io davvero non so che fare.
Per alcuni può essere una sciocchezza, sono certa che per molti non lo è, come non lo è per me, quindi soffro. Soprattutto perché non riesco a guardare negli occhi di mio figlio senza quella passione che prima gli trasmettevano i miei occhi e questo è triste, molto triste.

E' come se gli volessi dire: “perdi ogni speranza figlio mio, il mondo va a rotoli e siamo tutti immobili ed immobilizzati da qualcosa che ci porterà in fondo ad un baratro da cui sarà molto difficile uscire”.

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